Dott.ssa Carolina CastellanoPsicologa PsicoterapeutaPigneto - Prenestino

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In questa sezione, riporto periodicamente articoli e consigli di lettura che, a mio parere, possono risultare utili.















Quando è il momento di chiedere aiuto?

Segnali che indicano il bisogno di un supporto psicologico

A volte la vita ci mette alla prova con momenti difficili, cambiamenti improvvisi o emozioni che

sembrano troppo intense da gestire da soli. Chiedere un supporto psicologico non è un segno di

debolezza, ma un atto di cura verso se stessi.

Ma come capire quando è il momento di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta?

Ecco alcuni segnali comuni che possono indicare il bisogno di un aiuto professionale:

1. Ti senti sopraffatto da ansia o tristezza

Se ti senti spesso in ansia, agitato, triste o svuotato senza un motivo chiaro, e queste sensazioni

persistono nel tempo, potrebbe essere il momento di confrontarti con qualcuno. Quando le

emozioni diventano troppo forti o costanti, possono interferire con la qualità della vita.

2. Hai difficoltà a dormire o a mangiare

Disturbi del sonno (insonnia, risvegli frequenti, eccessiva sonnolenza) o alterazioni dell’appetito

(mangiare troppo o troppo poco) possono essere sintomi di stress, ansia o depressione.

3. Ti senti bloccato o senza energia

Una costante mancanza di motivazione, energia o interesse verso attività che prima ti piacevano è

un campanello d’allarme da non ignorare. A volte ci si sente “spenti”, come se nulla avesse più

senso.

4. Hai pensieri negativi ricorrenti

Pensieri intrusivi, autosvalutazione (“non valgo niente”, “non ce la farò mai”), senso di colpa

eccessivo o pensieri autolesivi sono segnali importanti. Se ti capita spesso di avere questo tipo di

pensieri, è fondamentale parlarne con un professionista.

5. Hai difficoltà nelle relazioni

Conflitti frequenti, isolamento, difficoltà a comunicare o a fidarti degli altri possono essere

segnali di un disagio interiore che si riflette anche nelle relazioni personali o professionali.

6. Stai vivendo un momento di transizione o perdita

Eventi come una separazione, un lutto, un cambiamento lavorativo o una malattia possono

generare stress emotivo. Anche se sono esperienze “normali” nella vita, affrontarle con il supporto

giusto può fare una grande differenza.

7. Ti senti “disconnesso” da te stesso

Hai la sensazione di non riconoscerti più? Ti sembra di recitare una parte o di non capire cosa

vuoi davvero? La psicoterapia può aiutarti a ritrovare contatto con le tue emozioni, i tuoi bisogni e

i tuoi valori.

Non è necessario “stare male” per chiedere aiuto

Molte persone credono di dover toccare il fondo prima di rivolgersi a uno psicologo. In realtà, il

momento giusto per chiedere aiuto è quando senti che da solo non basta più.

La psicoterapia non è solo uno spazio per affrontare il dolore, ma anche per conoscersi meglio,

sviluppare risorse interiori e migliorare la qualità della propria vita.

Se ti riconosci in questi segnali, sappi che non sei solo.

Intraprendere un percorso psicologico è un atto di coraggio e rispetto verso te stesso.

📩 Se vuoi approfondire o fissare un primo colloquio, puoi contattarmi in modo riservato e

senza impegno.


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Parla, mia paura” di Simona Vinci Un viaggio letterario nell’ansia, tra fragilità e rinascita

Con Parla, mia paura, Simona Vinci ci accompagna in un racconto autobiografico potente e

profondamente umano, che esplora senza filtri l’esperienza del crollo psichico e del successivo

processo di guarigione. Non si tratta solo di una narrazione personale: è anche un libro che apre

uno spazio di riflessione universale sul disagio mentale, offrendo al lettore uno specchio in cui

riconoscersi, e — forse — da cui partire per chiedere aiuto.

Attraverso una scrittura densa e onesta, Vinci racconta il proprio incontro con l’ansia e la

depressione, il senso di smarrimento, le paure ingovernabili e la fatica quotidiana del convivere

con un dolore invisibile. Ma soprattutto, racconta il percorso — mai lineare — verso la

comprensione di sé, reso possibile anche grazie all’incontro con la psicoterapia e con uno sguardo

umano capace di ascoltare e accogliere senza giudizio.

Il libro è un esempio raro di come si possa parlare di sofferenza psichica in modo diretto ma non

sensazionalistico, restituendo complessità a una condizione spesso banalizzata o stigmatizzata.

Per chi lavora nel campo della salute mentale, Parla, mia paura può essere anche uno strumento

utile per comprendere meglio la prospettiva del paziente, i suoi vissuti più intimi, le sue resistenze

e i suoi bisogni.

Simona Vinci non cerca risposte facili né soluzioni immediate. La sua forza sta proprio nel dare

voce a ciò che, spesso, resta inascoltato: la paura stessa. E lo fa con la consapevolezza che, per

guarire, è necessario prima di tutto nominare il dolore — parlarne, appunto.

Un libro che consigliamo sia a chi ha vissuto o sta vivendo un periodo di sofferenza psicologica,

sia a chi desidera comprendere più a fondo l’esperienza della fragilità mentale. Perché, come ci

ricorda l’autrice, non c’è vera forza senza il coraggio di guardare in faccia la propria vulnerabilità.


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Come affrontare l’ansia nella vita quotidiana

Piccoli passi per tornare a sentirsi presenti


L’ansia è un’emozione universale: tutti, prima o poi, la sperimentiamo. In realtà, è una risorsa che ci aiuta a stare allerta, prepararci a una sfida, affrontare un cambiamento.

Diventa però difficile da gestire quando invade la quotidianità, condiziona le nostre scelte, limita la nostra libertà o ci fa sentire inadeguati.


Come possiamo affrontarla, giorno dopo giorno, senza giudicarci o forzarci?


In questo articolo troverai spunti concreti e una chiave di lettura più gentile e consapevole.

1. Riconosci e normalizza l’ansia

Spesso il primo impulso è quello di voler “combattere” o “eliminare” l’ansia. Ma questo rischia di amplificarla. Prova invece a riconoscerla come parte della tua esperienza, senza giudicarla. 👉 "In questo momento sto provando ansia. Va bene così. Posso stare con questa sensazione per

un momento." La consapevolezza è il primo passo per ridurre il potere dell’ansia su di te.


2. Respira e torna al corpo

Quando siamo in ansia, spesso ci disconnettiamo dal corpo e ci perdiamo nei pensieri. Fermati un attimo.

Metti una mano sul petto o sull’addome e fai 3 respiri profondi, cercando di allungare l’espirazione.

Questo piccolo gesto ti aiuta a:

  • tornare nel presente
  • calmare il sistema nervoso
  • sentirti più radicato

Non serve molto tempo. Bastano pochi secondi di presenza per creare uno spazio interno più stabile.


3. Osserva i pensieri, senza identificarli

L’ansia è spesso alimentata da pensieri ricorrenti: “E se va tutto storto?”, “Non ce la farò mai”, “Devo avere tutto sotto controllo”.

Prova a osservarli come se fossero nuvole nel cielo, che passano. Non sei i tuoi pensieri. 👉 Un esercizio utile può essere:

Sto pensando che potrei fallire... ma è solo un pensiero, non un fatto.

Questo tipo di distanziamento ti permette di riprendere il tuo spazio personale, senza lasciarti travolgere.


4. Dai voce a ciò che senti

A volte, dietro l’ansia ci sono emozioni più profonde: paura, tristezza, frustrazione, senso di inadeguatezza.

Esprimere ciò che provi – con una persona fidata, scrivendo, o in un contesto terapeutico – può aiutarti a dare un significato più chiaro alla tua ansia.

Nell’approccio rogersiano, la relazione empatica e non giudicante è lo spazio dove l’ansia può essere accolta, compresa, trasformata.


5. Lascia andare il bisogno di controllo

L’ansia cresce quando sentiamo di dover prevedere tutto, gestire tutto, “funzionare” sempre al meglio. Ma la vita non è controllabile, e non dobbiamo esserlo nemmeno noi.

Prova a farti una domanda semplice:

👉 “Cosa posso fare adesso, con ciò che ho?

Accettare i propri limiti non è rassegnazione, ma una forma di autenticità e fiducia.


6. Coltiva momenti di presenza

Ogni giorno possiamo fare piccoli gesti che ci riportano nel “qui e ora”:

camminare lentamente, osservando l’ambiente

  • ascoltare musica con attenzione
  • fare una doccia con consapevolezza
  • prendersi una pausa senza sentirsi in colpa

L’ansia vive nel futuro. Tu puoi scegliere di tornare al presente.


Quando chiedere un supporto psicologico?

Se l’ansia ti accompagna da molto tempo, limita la tua vita quotidiana o ti fa sentire disconnesso da te stesso, non sei solo.

La psicoterapia può offrirti uno spazio accogliente in cui:

  • sentirti ascoltato senza giudizio
  • esplorare le origini più profonde dell’ansia
  • riscoprire le tue risorse interiori

Non c’è un momento “giusto” per chiedere aiuto. C’è solo il tuo momento.

Un passo alla volta, con gentilezza.

Affrontare l’ansia non significa eliminarla, ma imparare a starci insieme, ascoltandola con rispetto. È proprio da questo ascolto che può nascere un modo nuovo di abitare te stesso e la tua

vita.


📩 Se senti che potresti aver bisogno di un supporto psicologico, puoi contattarmi liberamente per un primo colloquio, anche solo informativo.


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